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Test italiano a basso costo di sangue e cervello scopre chi si ammalerà di Alzheimer

Ricercatori italiani hanno realizzato un test low cost in grado di prevedere chi rischia di ammalarsi di Alzheimer: l’esame è doppio e consiste in analisi del sangue ed elettroencefalogramma. Ma chi può usufruire di questo test? Gli scienziati ci spiegano come funziona e quali sono le persone che potranno farne uso.

Analisi del sangue e encefalogramma insieme potranno determinare chi si ammalerà di Alzheimer, la scoperta è tutta italiana e permetterà ai pazienti di iniziare ad intervenire con largo anticipo sulla malattia riducendone così gli effetti.

Ma come funziona il test low cost? E chi potrà richiederlo?

Un test low cost per persone a rischio. I ricercatori ci fanno sapere che il test è in generale rivolto alle persone che presentano già un lieve declino cognitivo e che quindi sono considerate a rischio, stiamo parlando del 20% di rischio in più di sviluppare la malattia. “Grazie a questo studio conoscere chi si ammalerà di demenza tra i soggetti a rischio sarà semplice e rapido perché basteranno un Eeg eseguito in modo routinario, ma analizzato con metodi estremamente sofisticati, e un prelievo

Come funziona il test. Si parte con un prelievo di sangue che serve per cercare una specifica mutazione sul gene Apoe, legata proprio al rischio Alzheimer. Quanto all’elettroencefalogramma, i ricercato hanno il compito di interpretare i segnali ottenuti attraverso un’analisi matematica che permette di capire come sono connesse le aree del cervello tra loro. Alcune sintomi che accusa il cervello infatti, anche se non impattano sulla vita di tutti i giorni, sono però un campanello d’allarme che non possiamo ignorare.

Ma quindi se il test è positivo ci si ammala sicuramente? In Italia ci sono 735.000 persone che hanno questo lieve declino cognitivo misurabile, tra loro però solo uno su due svilupperà poi davvero la demenza nel giro di 1-5 anni: insomma, anche in caso di test positivo non è detto che il paziente soffrirà di Alzheimer, ma questo fa comunque sì che si possa intervenire, ad esempio, modificando alcuni aspetti della vita quotidiana che agevolano il ritardo dell’esordio dei sintomi e la progressione (dieta, sport, fumo, controllo della pressione, della glicemia, della funzione cardiaca, della funzione tiroidea).